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Sai dove nasce la parola Spritz?


Sai dove nasce la parola Spritz?

Una curiosità frivola…

Non c’è giornata in cui non si entri in un bar e non si senta richiedere uno Spritz.

Lo spritz, chiamato comunemente  spriss o sprisseto, è l’aperitivo più comune  del Nordest.

La ricetta la sanno tutti ma lo spritz, come il caffè,  ha varie personalizzazioni più acqua, più  Prosecco,  con  Aperol o Campari o Martini e una spruzzata di selz o senza.

Insomma la ricetta è quella ma la storia qual è?

Lo spritz sarebbe nato nell’Ottocento, durante il periodo della dominazione Asburgica in Veneto.

I soldati, i lavoratori e i diplomatici dell’impero asburgico si erano  presto conformati all’abitudine veneta di bere vino in osteria però erano disabituati alla gradazione troppo elevata dei vini nostrani e quindi erano  soliti chiedere agli osti di spruzzare un po’ d’acqua nel vino.

 “Spritzen!”, infatti, in tedesco  è “spruzzare”;  l’oste serviva un bicchiere di vino diluito con acqua, il neonato spritz era semplice e di poche pretese.

Nei primi anni del ‘900, l’abitudine dello sprissetto rimane  e  iniziano a diffondersi i sifoni per l’acqua di Seltz, acqua gassata con un particolare procedimento di addizione, grazie a cui fu possibile rendere frizzante anche lo spritz composto da vini fermi e dal basso grado alcolico.

Questa evoluzione fu molto gradita  alle nobildonne austriache che sorseggiavano con gusto una bevanda leggera, dotata di quel tocco di sofisticazione in più dato dall’aggiunta di selz.

Questa era solo la prima delle molte ricette creative che hanno fatto nascere molte varianti legate al territorio o  all’estro del barista.

Non avendo una ricetta ufficiale lo spritz lascia spazio alla creatività.

C’è chi calibra le aggiunte in modo da preservarne la colorazione rossa e c’è chi rimarca il colore diverso come nota distintiva. Esempio più noto: lo spritz bianco, ottenuto dall’aggiunta di Martini bianco.

Lo spritz rosato si ottiene invece sostituendo al prosecco un vino rosè e aggiungendo, a piacimento, sciroppo di rose. C’è poi chi si sbizzarrisce con l’aggiunta di frutta, facendo virare l’aperitivo sullo stile del cocktail estivo.

Spazio alla fantasia e Buona estate.

Alberta Bellussi

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