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San Nicolò e la tradizione Veneta


 

Il 6 dicembre si festeggia San Nicolò.

Chi, come me, ha passato la sua infanzia nella Sinistra Piave Trevigiana ricorda sempre questa giornata con un po’ di nostalgia. I santi che portano i doni ai bimbi nel periodo dell’Avvento sono diversi, a seconda delle usanze seguite nelle differenti zone d’Italia. Da me, la notte del 5 dicembre passava con il suo carretto trainato da uno stanco asinello e lasciava il dono del suo passaggio. Dalle mie parti  la tradizione vuole che,  la notte  prima del 5 dicembre, i bimbi scrivano una letterina al Santo con la richiesta di doni. Ricordo ancora le mie letterine,   il bicchierino di grappa, la sigaretta e un po’ di paglia per l’asinello. Non mi stupii mai che i gusti del Santo combaciassero perfettamente con quelli di mia mamma, ma io ho sempre voluto credere alle favole e mi andava bene così. Ricordo la vibrante emozione di quei momenti che alimentavano i miei sogni di bambina romantica. La mattina del 6 dicembre mi svegliavo prestissimo; ero emozionata e aprivo la finestra della mia cameretta e trovavo il mio pacchettino. Il cuore mi batteva forte forte. Erano piccoli regali ma avevano un grande significato.

A scuola poi si imparava la canzoncina:

San Nicolò de Bari

xè la festa dei scolari

 

 

San Nicolò, nel mio immaginario di bambina, me lo sono sempre rappresentata vestito da vescovo. Essendo un vescovo appunto, era raffigurato con la mitra e il pastorale. L’aria severa era poco compatibile con il ruolo che gli era stato attribuito. In realtà c’era anche un’altra versione, decisamente più allegra: quella di un vecchietto con la barba bianca e il vestito rosso bordato di bianco. Così venne descritto San Nicholas nel poema A Visit from St. Nicholas scritto da Clement C. Moore nel 1821.

Tutto ciò crea un pò di confusione e questa figura si confonde con quella di Babbo Natale e siccome qualche giorno dopo arriva anche lui a portarci i doni, continuai   a preferire la raffigurazione classica di San Nicolò in abiti vescovili così le due figure erano distinte e mi arrivavano due regali.

C’è un legame tra il nostro San Nicolò e questo San Nicholas con le fattezze di Babbo Natale?

Uno dei simboli del Natale è sicuramente il vecchio allegro e paffutello che porta i doni: Babbo Natale. Come molti sanno, la sua figura è legata a San Nicola di Myra in Anatolia.

Fin dal VI secolo il culto di San Nicolò (o San Nicola) era diffuso in tutto l’oriente. La sua fama quindi approdò in Italia, specie a Roma e nel sud che allora era dominato dai Bizantini. Attraverso i secoli il ricordo di questo santo non si spense, tanto che viene nominato come San Nicolò di Bari, quasi la città pugliese l’avesse adottato. Tuttavia, i baresi, di cui è anche patrono, festeggiano il santo il 9 maggio, giorno in cui le sue spoglie arrivarono in città nel 1087, mentre nel nord la sua festa ricorre, come ho già detto, il 6 dicembre che è la data in cui sarebbe morto a Myra nel 343.

È credenza diffusa che le reliquie di San Nicola si trovino nella Basilica di San Nicola a Bari, ma quest’ultima conserva circa la metà dello scheletro del santo, perché il resto si trova a Venezia…

Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l’Oriente, entrarono in competizione per il trasferimento in Occidente delle reliquie del santo.

Nel 1087 una spedizione di marinai baresi raggiunse Myra e si impadronì di circa metà dello scheletro di Nicola.

I Veneziani non si rassegnarono e nel 1099 approdarono a loro volta a Myra per visitare il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano prelevato le ossa. Tuttavia qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti non sull’altare maggiore, ma in un ambiente secondario… E fu proprio in tale ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di minuti frammenti ossei che i baresi non avevano prelevato! I resti vennero trasferiti nell’abbazia benedettina di San Nicolò del Lido nella laguna di Venezia.

San Nicola di Myra era molto venerato a Venezia, essendo il Santo patrono dei marinai: ai tempi della Repubblica Serenissima, durante la Festa della Sensa, al termine della celebre cerimonia dello sposalizio del Mare, la messa solenne di ringraziamento veniva celebrata proprio nell’abbazia benedettina di San Nicolò del Lido.

Alberta Bellussi

 

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