Italia…. così piccola e fragile
“erano due paesi dove tutti si conoscevano e si davano una mano come accade nei piccoli paesi, in quelle province italiche che al momento buono sono capaci, malgrado la fatica, il dolore, di far prevalere il senso di solidarietà sugli egoismi, sui rancori, le invidie. Dove tutti hanno un nome e un cognome e nessuno è un numero in un lungo elenco di vittime”…
In Italia i disastri spesso aprono nuove fasi e consapevolezze…è il tempo di una rivoluzione di valori positivi.
E di nuovo accade, in Italia, ad un anno dal tremendo terremoto che ha ferito, come un fendente al cuore, il centro dell’ Italia (Amatrice, Norcia, ecc.), ora è toccato a Ischia. Casamicciola e Lacco Ameno implosi su se stessi.
Non usa giri di parole e non si risparmia, Vittorio Sgarbi, all’indomani del terremoto ad Ischia, “una catastrofe che dovrebbe costringerci una volta per tutte alla riflessione su ciò che non si è mai riusciti a salvare, sulla mancanza di prevenzione e, non da ultimo, sulle mancate ricostruzioni che vedono lo Stato latitante e colpevole. Il caso di Ischia mi pare a dir poco emblematico. Proprio Casamicciola e Lacco Ameno, 140 anni fa, furono teatro di ben sei terremoti uno dei quali causò quasi 3mila vittime nella popolazione. Paradossalmente dovremmo quasi gioire se ieri le vittime sono state soltanto due. Ma purtroppo dobbiamo ringraziare il cielo che la scossa sia stata soltanto una e neppure di altissima intensità. Insomma, è andata bene? “Direi proprio di sì, visto che la lezione di 140 anni fa non è servita a nulla”.
E di nuovo delle immagini tremende scorrono, da un paio di giorni, alla televisione e riaprono dei cassetti emotivi dolorosi; questi fatti drammatici rinnovano in noi il senso di appartenenza all’Italia e quanto ci teniamo a proteggere la nostra splendida penisola che ancora una volta si è rivelata vulnerabile.
L’Italia è universalmente riconosciuto come uno dei paesi più belli al mondo. Un territorio dalla bellezza però fragile. Un paese che necessita di cure e prevenzione contro i cosiddetti georischi , alcuni dei quali sono e saranno inevitabilmente accentuati dall’avanzare dei cambiamenti climatici e altri che sono così perché la posizione geografica ne segna il destino. I fenomeni che hanno devastato il territorio italiano sono i terremoti e le alluvioni.
La stima della popolazione esposta a rischio alluvioni in Italia è pari a 8.600.000 abitanti nello scenario di pericolosità idraulica media mentre i beni culturali esposti al medesimo rischio sono circa 28.500 e circa 7.100 le strutture scolastiche. Le Regioni più colpite sono state Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Campania, Lombardia e Sicilia.
La popolazione che vive in aree ad elevato rischio sismico è invece di circa 24 milioni di abitanti (che vivono nel 46% degli edifici sparsi sul territorio). Il rischio sismico si concentra nella parte centro-meridionale della Penisola, lungo la catena montuosa appenninica, in Calabria e Sicilia ed in alcune regioni settentrionali, come il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale, ma solo la Sardegna non risente particolarmente di eventi sismici.
Non si può infine dimenticare come l’Italia sia inoltre fortemente esposta al rischio delle eruzioni vulcaniche. I vulcani attivi, caratterizzati da eruzioni frequenti, sono l’Etna e lo Stromboli. I vulcani quiescenti, la cui ultima eruzione è avvenuta negli ultimi 10 mila anni, sono: Colli Albani, Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio, Lipari, Vulcano, Panarea, Isola Ferdinandea e Pantelleria. I vulcani sottomarini, alcuni dei quali attivi (Marsili, Vavilov e Magnaghi), sono concentrati nel Mar Tirreno e nel canale di Sicilia.
E a queste che sono le minacce più grandi che rendono vulnerabile l’Italia, si aggiungono tutte le altre provocate o meno dall’intervento antropico.
Se mi fermo per un attimo a pensare sono davvero molte e spiazzanti. Ti sembra che di fronte a queste minacce l’uomo non abbia nessun tipo di difese.
Se penso alle ultime catastrofi ambientali che ha visto protagonista l’Italia in lungo e in largo mi sento ancora più smarrita…
Se penso a quelle centinaia di persone morte nella loro casa; uno dei luoghi che si ama di più nella vita, mi sento impotente.
La cosa che maggiormente mi fa dolore è l’incapacità della politica di aver trattato l’Italia come uno stato fragile e di aver pensato a una programmazione globale, che partisse da lontano, e che lo mettesse in una condizione di sicurezza e non di totale vulnerabilità. Non c’è un vero piano prevenzione: in stato pessimo o mediocre 2,1 milioni di abitazioni e sono davvero tante. Mi fa schifo pensare ai miliardi spesi interventi serviti a nulla o mai finiti perché fermati da mille inchieste.
C’è una via di uscita a tutto ciò?
Per ora tutte le riflessioni sono negative e tristi ma in queste circostanze fanno emergere gli aspetti belli e umani che caratterizzano questo nostro Paese: la solidarietà, la bontà e l’altruismo. Questi sono valori che fanno tenere i piedi saldi per terra e che consentono di affrontare insieme le difficoltà con la speranza di far rinascere questo nostro paese allo sbando
La strada è molto difficile…e impervia… chissà cosa accadrà?
Alberta Bellussi
- 23 August 2017
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