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lo sai chi ha inventato i coriandoli?


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È  tempo di Carnevale, periodo dell’anno per il quale non ho mai provato un’esaltante entusiasmo ma, una cosa che mi divertiva da piccina e mi diverte ancora oggi, è tirare i coriandoli e vederli cadere colorando il grigio asfalto di tutti i colori dell’arcobaleno.

Ma lo sai chi ha inventato i coriandoli?

L’ingegner Ettore Fenderl, fu inventore e filantropo italiano. Visse fino all’età di 104 anni nacque a Trieste il 12 febbraio 1862 e morì a Vittorio Veneto il 23 novembre 1966. Possiamo dire che ha vissuto gli anni di un cambio radicale del mondo.  

L’ingegnere conseguì il diploma in ingegneria a Vienna e di ingegnere civile al Politecnico di Milano brevettò, inoltre, una centrale per la produzione dell’acetilene e contribuì a progettare una delle prime metropolitane del mondo, quella di Vienna, ebbe anche molti incarichi, fu imprenditore e fu grande uomo di scienza.

È strano che a distanza di cinquant’anni dalla sua morte, questo interessante personaggio che portava i baffi sia   ricordato nel mondo solo per un’invenzione fatta da ragazzo e non per le sue invenzioni scientifiche, ad esempio introdusse in Italia gli studi sulla radioattività.

La storia racconta che all’età di quattordici anni (1876), era il giorno di Carnevale, e lui era affacciato alla finestra della sua casa di Trieste che guardava la gente che si divertiva in strada, lanciandosi palline di cotone e confetti, come era abitudine. Gli sarebbe piaciuto un sacco andare in mezzo alla folla a correre e divertirsi, ma non aveva i soldi per comprare palline e confetti. Allora Ettore ebbe un’idea creativa, prese della carta colorata e la sminuzzò in tantissimi piccoli pezzettini colorati; riempì uno scatolone e si diede a lanciare manciate di arcobaleno tra i capelli delle maschere in festa. Fu subito imitato da tantissimi presenti e l’invenzione si propagò velocissima a Vienna, Venezia e in tutto il mondo. Così furono inventati i coriandoli e commercializzati.

Nel 1936 si ritirò a vita privata acquistando una proprietà a Vittorio Veneto. Nel 1950 costituì la Fondazione Flavio ed Ettore Fenderl con scopi benefici. Come volle lui stesso, alla sua morte i suoi terreni furono adibiti ad uso sociale tramite la realizzazione del Parco Fender.

Alberta Bellussi

2 Comments

tiziana pavanetto
Reply 27 Gennaio 2019

Graxie par fortuna che te ghe si ti a far conossar a storia Veneta!!!!! Un strucon da parte mia!

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