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Lo sai che la Quarantena l’hanno inventata i Veneziani nel 1347?


 

In questi giorni di emergenza viene molto usata una parola “Quarantena”.

La parola quarantena prende origine dall’isolamento di 40 giorni di navi e persone prima di entrare nella laguna della Repubblica Serenissima in relazione a quelle in arrivo a Venezia dai possedimenti dalmati (in particolare Ragusa, oggi Dubrovnik). Lo conferma il fatto che quarantena è parola veneziana, in italiano si diceva quarantina. Questo fu messo in atto come misura di prevenzione contro la malattia che imperversava in quel periodo: la peste nera. Tra il 1347 e il 1359 la Peste nera sterminò circa il 30% della popolazione dell’Europa e dell’Asia.

Sono stati i veneziani i più veloci a reagire e a istituire ancora nel primo anno di epidemia (1347) una magistratura con compiti sanitari, nominando tre tutori della salute pubblica divenuti,poi, provveditori alla Sanità, e a ricoverare dal 1403 i passeggeri provenienti da luoghi infetti nell’isola di Santa Maria di Nazareth, detta Nazarethum, nome presto modificato in Lazzaretto.

Venezia fu la prima ad emanare provvedimenti per arginare la diffusione della peste, nei primi anni della Peste Nera nel 1347 , seguì poi Reggio Emilia nel 1374. Nel 1467 Genova seguì l’esempio di Venezia.   Nel 1476 il vecchio ospedale per lebbrosi di Marsiglia fu convertito in un ospedale per gli appestati: il grande lazzaretto di questa città, forse il più completo nel suo genere, è stato edificato nel 1526 sull’isola di Pomgue. Le pratiche in tutti i lazzaretti del Mediterraneo non erano differenti dalle procedure inglesi nei commerci con il sudovest asiatico e con il Nordafrica.

Altre malattie si prestarono alla pratica della quarantena prima e dopo la devastazione della peste:

coloro afflitti da lebbra sono stati storicamente isolati dalla società;

i tentativi atti a contenere l’invasione della sifilide nell’Europa del Nord nel 1490 circa;

l’avvento della febbre gialla in Spagna all’inizio del XIX secolo;

l’arrivo del colera asiatico nel 1831.

Perché 40 giorni?

La scelta dei 40 giorni come lunghezza del periodo di isolamento necessario per evitare il contagio ha delle spiegazioni molto spesso simboliche e legate alla credenza popolare. Ce ne sono varie; potrebbe essere stato ricavato dalle teorie di Ippocrate sulle malattie acute. Per il medico greco, infatti, i 40 giorni rappresentavano un punto di svolta della malattia verso la guarigione. Un’altra teoria è che il numero fosse collegato alle teorie pitagoriche e al significato particolare del numero 4. Certamente il numero 40 ha un valore simbolico e magico fin dall’antichità: corrisponde ai giorni trascorsi da Gesù nel deserto, diventati poi la Quaresima, e durano 40 giorni anche il diluvio universale raccontato nella Genesi e l’Avvento.

Secondo altri studiosi, i primi a identificare un ruolo particolare di questo periodo di tempo sarebbero stati gli astronomi babilonesi che associarono i 40 giorni in cui la costellazione delle Pleiadi non è visibile, tra aprile e maggio, con le piene e le inondazioni primaverili, spesso catastrofiche, ma vitali per l’agricoltura.

Da quel momento il termine di 40 giorni sarebbe passato a indicare un periodo di difficoltà da dover superare per ritrovare la salute.Oggi quarantena ha assunto il valore generico di isolamento precauzionale ed è di durata variabili.

Alberta Bellussi

 

 

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