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C’era una volta la befana dei vigili urbani


Una foto pubblicata su una pagina facebook jesolana mi ha incuriosito assai perché era una cosa che non avevo mai visto in vita mia.

La foto ritrae un vigile, sopra la piccola rotatoria rialzata al centro della strada, che dirige il traffico e sotto di lui doni di ogni tipo. Ho scoperto che era una pratica nota in quella Italia creativa e fiorente degli anni ’60 e ho pensato solo nel Belpaese possono accadere certe cose.

Chissà chi di voi se lo ricorda questo piccolo cammeo aperto sul passato?

In effetti, era un’usanza nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale e continuata, poi, per più di 20 anni; era il 1946, quando per aiutare le famiglie dei vigili urbani, che all’epoca non versavano in situazioni economiche particolarmente rosee, il 6 gennaio, il giorno dell”Epifania, era consuetudine degli automobilisti  fare loro dei regali per ringranziarli dell’opera svolta.

Bottiglie di liquore, pacchi di pasta, salumi, dolciumi e tanto altro ben di Dio che i veneti, ma non solo (questa pratica  era nata a Torino e poi diffusasi in tutta Italia),  depositavano attorno alle pedane di centro strada sulle quali i vigili urbani, fino agli anni sessanta, disciplinavano il traffico perché ancora non erano entrati in funzione i semafori.  L’andirivieni dei donatori era incessante per tutta la mattinata, quasi a suggellare un patto di amicizia con i cittadini. Erano molti anche gli automobilisti che, in brevissima sosta, scaricavano i doni davanti alla pedana, contraccambiati dal sorriso dei vigili: forse gli stessi che qualche giorno prima avevano loro elevato la contravvenzione. Ma se non ci fossero stati loro, che disordine sarebbe stato agli incroci nelle nostre città.

Alberta Bellussi

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