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Lo sai cos’è la “toreutica veneziana”


Mi sono piacevolmente trovata a leggere  un capitolo sull’importanza della gioielleria veneziana ai tempi della Serenissima e mi piaceva condividere con voi alcuni passi.
La  Zecca di Venezia era il riferimento ufficiale mondiale per il titolo dell’oro puro e lo rimase un bel po’ anche dopo la Caduta della Serenissima. Era anche la Amsterdam dell’epoca per la valutazione dei diamanti e, secondo quanto  ha tramandato la tradizione orale orafa locale, fu a Venezia che per la prima volta si riuscì a forare un diamante.
I veneziani portavano pietre preziose e oro dall’Oriente per poi lavorarli ed esportarli in tutta Europa dov’erano molto ricercati.
L’ oreficeria era, come molte altre, una forma d’arte minore applicata al commercio. La toreutica è appunto l’arte di lavorare il metallo in incavo e a rilievo, a martello, a cesello, a sbalzo, a bulino.
Molti dei capolavori prodotti venivano donati alle Chiese e alle Confraternite e l’esempio più splendido di tale attività è la Pala d’Oro della Basilica di San Marco, appositamente ordinata dal Doge Pietro Orseolo nel 976 a Costantinopoli e successivamente arricchita a Venezia da orafi locali con gemme provenienti dall’Oriente.
Lo Stato regoló con apposite leggi l’attività degli “Oresi” orafi: abbiamo notizie di molte disposizioni che fissavano il titolo e il contrassegno da esporre, il bollo di San Marco, oltre alle pene per coloro che lavorassero oro di titolo inferiore.
La corporazione degli orafi stabiliva regolamenti interni nelle Mariegole, , dal latino “matricula”, o Regola Madre, nelle Scuole di Venezia era lo statuto dei diritti e dei doveri degli aggregati  e la suddivisione dei vari lavoratori a seconda che lavorassero “a la Vinitiana” o “ligar zogie a la francese”: esistevano gli specialisti per i “manini”, per i calici, per i “pironi” forchette e per i “cuciari” cucchiai come si spiega nel libro “Venezia nel tempo” di Andreoli.
L’oreficeria veneta decadde a partire dal XVII secolo e la decadenza si accentuó nel ‘700 in particolare per le restrizioni ordinate dalle autorità sui consumi di beni di lusso. Anche la fusione di metalli come il rame e il bronzo diede oggetti molto ricercati come le “secie” secchie, i vassoi, le campane e…i cannoni.
L’antica attività della lavorazione del peltro era molto redditizia e con i provvedimenti d’industria beneficiarono anche le forme artistiche ad essa applicate . Opere d’alto livello raggiunsero nel XV secolo i fonditori padovani alla testa dei quali il Bellano che creó una scuola di artisti come A. Briosco detto il Riccio e il Veneziano Alessandro Leopardi che completó la statua del Colleoni in Campo SS Giovanni e Paolo a Venezia e che produsse i tre pili porta gonfalone di Piazza San Marco.

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