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Il tesoro della Serenissima seppellito nella Certosa per salvarlo da Napoleone.


L’Isola della Certosa, 24 ettari a nord ovest da Venezia dal cui centro dista poche centinaia di metri e pochi istanti di barca, ha ospitato nei secoli passati un complesso monastico di cui si vuole oggi recuperare la memoria, e in età napoleonica fu convertita a uso militare: un forte. L’sola della Certosa è un luogo  di chiese e monasteri fin dal 1422, oggi rimangono  poche rovine. L’isola si trova a NE della città di Venezia, tra San Pietro di Castello e il Lido. Un canale largo una ventina di metri la separa dall’isola delle Vignole. Fu sede di un monastero Agostiniano fin dal 1199 e ceduta in seguito ad una comunità di Certosini (1424).

Dopo anni di abbandono, la rinascita con il velista Alberto Sonino, della società Vento di Venezia che gestisce da una decina d’anni l’isola e la darsena Venezia Certosa Marina. Tra gli obiettivi c’è anche il recupero della Certosa stessa. Un edificio di pregio che testimonia la lunga storia religiosa dell’isola in cui abbiamo trovato anche opere d’arte e reperti archeologici.

Oltre ai monaci, nell’isola vi era una comunità di agricoltori che coltivavano l’isola a vigneti e orti.

Una leggenda vi vuole però sepolto il tesoro della Zecca di Venezia.

ll 12 maggio 1797 Napoleone occupa Venezia. È la prima volta nella sua lunga storia che la città cade in mani nemiche e subisce un saccheggio di proporzioni colossali, si parla del 70-80% dei suoi beni artistici razziato. Su un tesoro però i nuovi padroni non riescono a mettere le mani: l’oro della Zecca di Stato. Forse per questo hanno poi utilizzato la Zecca per fondere l’ingente patrimonio delle reliquie, per lo più bizantine, in possesso di chiese e monasteri veneziani soppressi.

Tre senatori, d’altrettante nobili famiglie, sovrintendevano al funzionamento del cuore monetario della Repubblica e questi, probabilmente prima della capitolazione ai francesi, devono aver pensato di mettere tali sostanze al sicuro, dove i nuovi occupanti non andassero a frugare. Tra le varie ipotesi sul nascondiglio del tesoro, una si incentra sull’isola della Certosa, una delle più belle e curate della laguna a quel tempo, che godeva dell’attenzione delle più eminenti famiglie le quali l’avevano eletta a loro Pantheon. Pare quindi che il Savio Cassier con i suoi collaboratori possedessero qui, nel chiostro piccolo, dei loculi e proprio di questi si siano serviti per occultare il tesoro della Serenissima, in attesa di tempi migliori.

Chissà poi che strade avrà preso il gruzzolo nascosto di cui non si fa più cenno in alcun documento. Forse i nobiluomini disperando in un ritorno della Serenissima all’antica gloria, se lo sono spartito fra loro o forse la fortuna giace ancora sepolta da qualche parte sull’isola…

Per questo si ritiene che ancora oggi, sull’isola, una vera fortuna in oro attenda ancora di essere scoperta. Da qualche parte in questo parco potrebbe essere nascosto un tesoro grandissimo.

Alberta Bellussi

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