By 

La storia d’amore del Doge Erizzo e Venezia: il cuore.


Entrare nella Basilica di San Marco è un po’ come uno scrigno pieno di segreti, curiosità e magia. La Basilica di San Marco è la basilica più bella del mondo che viene chiamata anche Cattedrale d’Oro grazie alle migliaia di tessere in oro che compongono i vari mosaici dei soffitti, uno stile che fonde il romanico e il bizantino: una croce greca con una grande cupola centrale e quattro cupole laterali.  Quando si entra si viene avvolti da un abbraccio dorato: più di 8.000 metri quadrati di mosaici in oro ricoprono il soffitto della Cattedrale. Ma anche il pavimento è poesia pura: è composto da straordinari mosaici in marmo realizzati nel XII secolo, con geometrie, forme, animali e tantissimi simboli decorativi e qualche piccolo segreto.

Proprio nel pavimento è celata una bellissima storia romantica, la storia d’amore tra il Doge Francesco Erizzo e Venezia.

Francesco Erizzo nel corso della sua vita ricopri vari ruoli pubblici come quello di provveditore, nel 1631 fu designato doge, con plebiscitaria votazione.

Occupò il trono dogale per cinque anni e fu un periodo abbastanza tranquillo, nel corso del quale poté proclamare la fine della pestilenza.  Sotto il suo dogato venne fatta la costruzione della grande chiesa votiva della Salute (fu lui a incaricare Baldassare Longhena, dal momento che il suo predecessore, Nicolò Contarini, non fece in tempo).

Nel 1645 ebbe però inizio la guerra di Candia, lunga e difficile , i cui esordi non furono certo favorevoli alla Repubblica; fu probabilmente nella speranza di  stimolare gli animi a reagire  che il Senato, il 7 dicembre, offrì al vecchio doge il comando supremo delle operazioni.  Lui accetto per amore e devozione verso questa città ma il compito era chiaramente superiore alle sue risorse fisiche e l’ansia e l’impegno dei preparativi ne affrettarono la morte, che lo colse a Venezia il 3 genn. 1646.

È sepolto nella chiesa di S. Martino di Castello, in uno sfarzoso monumento ch’egli s’era fatto erigere,

Aveva un desiderio che lasciò per testamento. Voleva che il suo cuore, per esprimere il suo forte amore e totale attaccamento a Venezia,  fosse sepolto a San Marco: «[…] il cuore alla Patria e che sia sotterrato in alcun angolo dell’altar maggiore della chiesa ducale di San Marco…».

Quindi quando salite verso l’altar maggiore di San Marco dalla parte sinistra, guardate il pavimento, sotto una lapide si trova una piccola urna elegante che ne contiene il suo cuore.  A indicare il luogo esatto, si trova una piastra di marmo che reca al centro un cuore di porfido, che a sua volta contiene un piccolo corno dogale sovrastante un piccolo riccio che deriva dall’assonanza tra ‘riccio’ ed ‘Erizzo’: il simbolo degli Erizzo.

Alberta Bellussi

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *